lunes, 20 de enero de 2014

Guido Liguori, Gramsci conteso. Interpretazioni, dibattiti e polemiche 1922-2012 PDF Stampa
Nuova edizione riveduta e ampliata, Roma, Editori Riuniti 2012, 23 €, pp. 472

Nel labirinto chiamato Gramsci
Recensione di Lelio La Porta

«Se si vuole studiare la nascita di una concezione del mondo che dal suo fondatore non è mai stata esposta sistematicamente (…) occorre fare preliminarmente un lavoro filologico minuzioso e condotto con il massimo scrupolo di esattezza, di onestà scientifica, di lealtà intellettuale, di assenza di ogni preconcetto ed apriorismo o partito preso. (…) La ricerca del leit-motiv, del ritmo del pensiero in isviluppo, deve essere più importante delle singole affermazioni casuali e degli aforismi staccati.” Sono le parole con cui Gramsci definisce, di fatto, il suo lavoro carcerario avvertendo chiunque si fosse posto all’opera per analizzarlo ad usare strumenti metodologici scrupolosi e filologicamente molto attenti alla frammentarietà di quell’opera. Si tratta dei Quaderni del carcere, più di duemila pagine a stampa, nell’edizione critica curata da Valentino Gerratana per Einaudi e pubblicata nel 1975, che sono il risultato di 29 quaderni di note più quattro di traduzione, in totale 33.
Visto ciò che lo stesso autore riteneva della sua opera e della sua labirintica struttura, della sua, com’è chiaramente indicato nella nota citata all’inizio, asistematicità, si lascia immaginare quanti si siano cimentati nell’interpretazione di quelle note: libri, saggi, convegni, seminari da cui sono sortiti, quasi sempre, polemiche e dibattiti. Districarsi in questo autentico “mare magnum” non è agevole; ma esiste lo strumento adatto costituito dal volume di Guido Liguori, presidente della International Gramsci Society Italia, docente di Storia del pensiero politico contemporaneo presso l’Università della Calabria, caporedattore della rivista di cultura politica Critica marxista, intitolato Gramsci conteso. Interpretazioni, dibattiti e polemiche. 1922-2012 (Editori Riuniti università press, Roma, 2012, pp. 472, €23,00).

La foto di Gramsci in copertina contiene il senso del lavoro di Liguori e del titolo: una foto fatta in quattro pezzi, quasi a voler dire che Gramsci è stato tirato da una parte e dall’altra, conteso fra questo e quello. Il Gramsci comunista o comunista critico, il Gramsci “sdoganato” dalla presunta tutela partitica con la fine del Pci (a proposito, sta per nascere un’associazione che ha come suo scopo gettare luce nuova sulla memoria e sulla storia del Pci), il Gramsci liberaldemocratico, il Gramsci più studiato all’estero (si pensi ai cultural studies e ai subaltern studies diffusi in aree di lingua inglese) che conosciuto in patria (Liguori sostiene che quest’ultimo fatto sia vero soltanto in parte vista la quantità di studi su Gramsci pubblicati in Italia fra il 1997 e oggi, ma stende un velo, credo molto pietoso, sulle conoscenze che i giovani frequentatori delle nostre scuole, soprattutto medie superiori, e delle nostre Università, hanno del grande sardo), il Gramsci condannato ai “due carceri”, il Gramsci violento e rivoluzionario contro il pacifico e riformista Turati e ancora altro.
Con lavoro certosino, paziente, attento e scrupoloso, direi metodologicamente gramsciano, Liguori presenta, nel corso dei dodici capitoli del suo libro, l’intero panorama degli studi su Gramsci fino ad oggi pubblicati arricchendo il quadro che già aveva proposto con la prima edizione di questo testo nel 1996, costituita dai primi nove capitoli di questa nuova edizione, in alcuni casi rimaneggiati o, comunque, sottoposti a revisione.
Ci si può indirizzare alla lettura di un autore che è ormai un classico (nell’accezione stretta del termine, cioè un autore che dice cose valide per l’oggi) come Gramsci dopo aver scoperto la moltitudine di pubblicazioni, e non solo, su di lui? Il libro di Liguori ha anche questa funzione: presentando con lettura analitica la quantità degli scritti su Gramsci invita a cogliere la qualità, e l’attualità, del ragionamento gramsciano indirizzando alla lettura diretta dell’opera del comunista sardo.

(Pubblico, 01-12-2012)

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